Import parallelo di auto
Quando si parla di Import parallelo di auto, si fa riferimento in alcuni casi a delle frodi IVA che negli ultimi anni sono stati scoperti e sanzionati dal Fisco italiano in tutto il territorio del nostro Paese.
Frodi IVA su auto che provengono dall’estero, tasse non pagate anche su auto di lusso: il problema dell’import parallelo di auto negli ultimi mesi sta scoppiando in Italia con tutta la sua virulenza, scoperchiando un vero oceano di vetture acquistate e vendute anche in UE senza che venga pagata l’IVA e poi immatricolate (e rivendute) sul territorio italiano, in frode al fisco.
L’acquisto delle auto dall’estero diventa spesso un modo per eludere il pagamento dell’IVA: negli ultimi anni, la caccia all’evasore fiscale si è esteso con una maggiore attenzione all’acquisto di auto nuove ed usate in Europa. Un decreto fiscale collegato alla manovra di bilancio del 2020 prevede infatti che venga effettuato un controllo preventivo dell’Agenzia delle Entrate su ogni acquisto di auto usate nei paesi UE, se non è previsto il pagamento dell’IVA con l’F24.
L’obbligo in questione, modulato ad hoc per contrastare l’evasione fiscale di Import parallelo di auto, si applica alle imprese, professionisti e società, ma anche ai privati cittadini che, a norma di legge, sono equiparate.
Lo scopo della nuova normativa, molto attuale, è quella di prevenire e di scoperchiare l’elusione fiscale dell’IVA in Italia, su auto che arrivano dall’estero e che poi vengono immatricolate nel nostro Paese e che vengono vendute.
L’acquisto delle auto usate, di conseguenza, se avviene nei paesi dell’Unione Europea deve essere denunciato sulla base dell’articolo 9 del Decreto Fiscale. Se, insomma, quando si acquista un’auto usata dall’estero, non viene previsto il pagamento dell’IVA con F24, sarà necessario per l’acquirente comunicare l’acquisto alla Agenzia delle Entrate. Inoltre, a parte questo, sono stati resi più forti i controlli del Fisco anche sull’acquisto di auto fiscalmente usate da Paesi UE.
Import parallelo di auto e evasione IVA
Sono decine le indagini che sono state aperte in tutta Italia, con sequestro per frode IVA di circa un migliaio di auto in tutto il territorio Italiano.
L’Agenzia delle Entrate, però, ha scoperto che si tratta solo di una piccola parte del fenomeno che in realtà è molto più esteso e che potrebbe conoscere un sommerso ancora molto, molto grande.
Le auto usate d’importazione parallela sarebbero circa 130 mila l’anno, il 10% del mercato delle auto nuove in Italia, secondo alcune stime. Un giro d’affari che, nella sua totalità, sfiora i 3 miliardi di euro. E sui quali spesso non viene pagata l’IVA. Un’elusione fiscale in piena regola contro la quale però lo Stato era ha deciso di serrare i ranghi, perché si tratta, nella maggior parte dei casi, di auto di lusso (con un valore medio di 23 mila euro).
Le indagini in Italia sono in corso su migliaia e migliaia di auto, e la sola guardia di Finanza a Pordenone e Brescia stanno procedendo a controlli serrati contro le frodi.
Il sistema oggi inibisce la possibilità di poter immatricolare l’auto se prima non si procede al pagamento dell’IVA, con tre deroghe particolari: si può procedere ad immatricolare l’auro se si presenta il bene come bene strumentale, se è acquisto fra privati e se si applica il regime del margine. Il problema? A questo punto diversi imprenditori, in frode alla legge, si sono mostrati come finti privati facendo così procedere alla immatricolazione del veicolo, e presentando copie false delle fatture estere facendo apparire l’acquirente privato. Una frode che ha portato tante Motorizzazioni in Italia a procedere alla immatricolazione delle vetture e così molti ‘furbetti dell’IVA’ ad eludere la tassa.